Il territorio di Galeata presenta una straordinaria stratificazione di testimonianze dalla Preistoria all'età contemporanea.
Percorrendo pochi chilometri si incontrano le vestigia della villa di Teodorico, il seicentesco palazzo del Podestà, la millenaria abbazia di S. Ellero, i lacerti architettonici della cità romana di Mevaniola, la chiesa rinascimentale di S. Maria dei Miracoli, affinacata dallo splendido complesso conventuale dei Padri Minori di Pianetto all'interno del quale è allestito il Museo civico "Mons. Domenico Mambrini".
Il visitatore è accompagnato in un appassionante viaggio attraverso i secoli.
Iniziamo con alcuni cenni storici...
Primi segni del processo di antropizzazione della zona di Galeata si hanno nell'età del rame, con il rinvenimento di materiali archeologici sporadici.
In età romana sul terrazzo fluviale fra Pianetto e Galeata sorse una piccola città romana chiamata Mavaniola menzionata da Plinio il Vecchio e ricordata dalle fonti epigrafiche. Il nome, piccola Mevania, attesta rapporti con l'Umbria ed in particolare con la città di Mevania, oggi Bevagna.
Verso la fine del V inizi VI secolo d.C., quando la città romana era ormai abbandonata, si data la prima fase di costruzione del centro monastico fondato da S. Ellero e l'edificazione della sontuosa residenza con elegante impianto termale, nel sito della villa Teodorico.
Nel testo agiografico mediviale in cui si narra la vita di S. Ellero, un posto singolare riveste l'incontro / scontro fra il Santo e Teodorico: " (...) il re Teodorico, pieno di furore, con corsa rapidissima, salì sul cavallo (...) ma prima di essere giunto alla mura dello stesso monastero (...) il cavallo cominciò a gemere e non voleva avanzare (...). Il re Teodorico, vedendo questo segno, (...) mandò a lui due soldati chiedendogli di venire liberato (...)". L'episodio è rappresentato nel rilievo in marmo conservato in museo, con Ellero nella sua ieratica staticità ed il re che non riesce a procedere nella sua corsa. La leggenda si intreccia con la realtà archeologica, infatti gli scavi condotti dalle Università di Bologna e di Parma hanno individuato, in località Saetta, i resti di una villa di grandi dimensioni, costruita durante il regno di Teodorico in Italia.
Nel Medioevo il territorio galeatese è caratterizzato dalla presenza di castelli, ad esempio il castello di Pianetto, la torre di Poggio Galmino, la torre di monte Erno a S. Zeno, di insediamenti religiosi e borghi, come lo stesso abitato di Galeata.
Nel corso del XV secolo Galeata passa sotto l'influenza di Firenze rimanendovi per vari secoli, tanto che è ancora oggi percepibile l'influenza toscana amalgamata a quella romagnola, nel dialetto, nelle tradizioni popolari e nella gastronomia. Questa impronta toscana è evidente nell'urbanistica, nell'architettura degli edifici storici e nelle opere artistiche conservate all'interno delle chiese.
A documentare l'appassionante storia dell'alta valle del Bidente, gli allestimenti del museo civico, nato dalla passione e dall'amore di Mons. Domenico Mambrini (1879- 1944) per la sua terra natale, che costituisce il centro ideale di un territorio tutto da scoprire, ricco di chiese, resti archeologici, vie silenzione e angoli nascosti.
Lungo il percorso storico-archeologico il visitatore troverà quattro punti di sosta - contrassegnati da panelli con elementi architettonici in arenaria frutto del sapiente lavoro dei nostri scalpellini locali - con la descrizione di quattro tratti del Parco: dalla villa Teodorico a via IV novembre a Galeata (I ^ tappa), dalle pieve di S. Pietro in bosco di Galeata, al palazzo del Podestà, all'abbazia di S.Ellero (II^ tappa), dalla chiesa della Madonna dell'Umiltà al sito della città romana di Mevaniola (III ^ tappa), Pianetto, la chiesa, il castello, il Museo Mambrini (IV^ tappa).
Scopri a Piedi e con calma le bellezze che può offrire il territorio di Galeata!