Mevaniola
Nel luogo dove è stato individuato il sito della romana Mevaniola, scavato a più riprese dalla Soprintendenza archeologica, sono venute alla luce tutta una serie di strutture ricollegabili all’impianto cittadino: le terme (visibili), di cui è ben noto il mosaico pavimentale di Cesius (esposto al museo Mambrini di Galeata), il foro con l’annessa basilica, il piccolo teatro (visibile), la cisterna (visibile) etc.
La piccola città era presumibilmente organizzata a terrazze, con gli edifici pubblici sistemati attorno ad una via principale che doveva ricalcare l’andamento dell’attuale strada campestre che attraversa la zona archeologica.
Il teatro (I secolo a.C) non risponde ad un modello costruttivo romano ma si avvicina a modelli di tipo ellenistico, caratteristica che ha fatto supporre ad alcuni studiosi l’intervento di un architetto romano di cultura greca.
Usato forse anche per pubbliche riunioni (vista la sua vicinanza all’area forense), rimangono oggi della cavea tre ordini di gradinate, probabilmente quelle superiori poggiavano su di un terrapieno oppure erano costituite da strutture lignee. Di fianco al teatro si trova la cisterna quadrangolare per la raccolta delle acque.
Recentemente (1993) è stata scavata parte della necropoli cittadina i cui corredi saranno esposti nel nuovo museo Mambrini.
Il nome Mevaniola ricorda l’antica Mevania, oggi Bevagna in Umbria, ma i rapporti fra le città e i due toponimi non sono ancora ben chiari.